Prima Missione a Bruxelles per il Neo Ministro della Difesa Mario Mauro
Leave a commentMay 13, 2013 by Italians in Chicago
Il primo ministro italiano a sbarcare, o meglio a tornare, in Europa è stato Mario Mauro, oggi responsabile per la Difesa nel nuovo governo Letta, ma fino a poco tempo fa deputato europeo a Bruxelles per il Pdl.
In un’audizione di fronte alla commissione Affari esteri dell’Europarlamento, Mauro ha puntato sul concetto di «integrazione europea», necessaria anche sul piano della difesa dove, secondo il neo ministro, «si ha bisogno di più Europa nonostante il tema della sovranità nazionale non si superi facilmente, se non con maggiori convergenze. Il governo italiano -ha specificato- è fortemente europeista e ha un’impronta federalista».
Sul conflitto in Siria, al centro del dibattito europarlamentare, Mauro si è detto contrario «a qualsiasi forma di intervento, o complicazione della crisi siriana, che prescindano da un mandato chiaro delle istituzioni internazionali e in particolare dell’Onu».
A proposito dell’acquisto dei caccia F-35 per l’aviazione italiana, il neo ministro ha ricordato che «i novanta F-35 andrebbero a sostituire 253 aerei attualmente schierati, per una capacità senza precedenti per il nostro Paese. Comunque -ha aggiunto- se ci limitassimo ai marchi degli aerei, piuttosto che alle visioni in sé, vorrebbe dire non avere una visione integrata».
«L’impegno, al momento, è anche del Parlamento attraverso una serie di passaggi ben definiti», ha continuato Mauro, affermando che il governo si è ripromesso di entrare nel merito e ricordando poi come «le linee del progetto siano state delineate da un ministro della Difesa che si chiamava Beniamino Andreatta».
Ai giornalisti che, invece, a margine dell’incontro, gli hanno chiesto di fare il punto sul dibattito politico, soprattutto sulle ricette per uscire dalla crisi ─ ricordando che l’Italia finora non ha usufruito del Fondo salva- Stati e ha fatto fronte, da sola, al suo debito e agli impegni presi con Bruxelles ─ Mauro ha risposto, senza sbilanciarsi, che «per forze politiche anche contrapposte, fino al giorno prima, sono necessarie approfondite discussioni» e che «esternazioni infelici complicherebbero la vita al governo».
Una risposta che potremmo definire “pacifica”, proprio come il neo ministro che si è definito tale, oggi, in Parlamento: «Il più pacifico dei parlamentari dei deputati italiani che- ha quasi ironizzato -è diventato ministro della Difesa». «Se c’è una ragione per cui adoro essere italiano -ha detto- è perché il mio Paese non smette mai di stupirmi».