Nobel all’UE: Un Invito a non Dimenticare, nella Speranza che l’Europa Cambi
3October 22, 2012 by Italians in Chicago
by Federica Gramegna –
Bruxelles – Un premio che fa discutere, oltre che riflettere. Il Nobel per la pace all’Unione Europea non se l’aspettava nessuno, probabilmente neanche gli europeisti più convinti, o almeno non ora.
Perché se è vero che sul suolo europeo non si combattono più guerre da oltre sessant’anni, proprio pochi giorni fa, in piazza Syntagma, cadeva l’ultima vittima della guerriglia urbana che da mesi sta infuocando Atene, un lavoratore come tanti altri, colto da un infarto durante il lancio di lacrimogeni.
Non è una guerra tra popoli, mossa da mire espansionistiche o smanie di potere - quella che si combatte oggi in Europa - ma uno scontro tra chi si sta vedendo derubare anche la speranza, e l’Ue dei tagli e del rigore a firma Merkel, che stona con quel proposito di pacificazione dei territori del Vecchio continente, che nel secondo dopoguerra diede origine al progetto di Unione Europea.
Nelle piazze d’Europa, soprattutto di Grecia e Spagna, si combatte perché si è perso tutto, la casa, il lavoro, la pensione, la possibilità di ricostruirsi un futuro.
Le stime che riguardano il tasso di povertà e di suicidi, ad Atene, sembrano riferirsi più ad un Paese del Terzo mondo che non ad uno Stato europeo.
Ecco perché il Nobel per la pace all’Ue ha lasciato tutti un po’ increduli e ha diviso l’opinione pubblica.
Di fronte alla guerra contro lo spread e alla corruzione dilagante che ha causato l’attuale crisi politico-sociale, questo premio si può interpretare, quindi, più come un incoraggiamento all’Europa e alle sue istituzioni a ritrovare, in una delle fasi peggiori del percorso di integrazione degli Stati membri, lo spirito di un tempo, quel principio di solidarietà tra popoli che ha portato i padri fondatori dell’Ue a credere nel sogno di un’Europa unita, senza guerre e con più democrazia.
Un premio alla memoria storica dell’Ue, dunque, perché senza l’Unione europea non sappiamo come sarebbe andata, ma è facile immaginare che non avremmo raggiunto i livelli di civiltà attuali.
Il Nobel all’Europa si può anche leggere come un invito all’intera comunità europea a riflettere di più sulla scarsa democraticità delle sue istituzioni, incapaci molto spesso di rappresentare la volontà dei suoi cittadini, poiché in balia degli interessi di un’élite di tecnocrati, nemmeno scelti dal popolo.
I vertici dell’Ue, che andranno ad Oslo a ritirare il premio, ovvero il presidente dell’Esecutivo comunitario José Manuel Barroso, il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy e il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, hanno la responsabilità di governare l’Europa in un momento storico cruciale in cui ci aspetta un cambio di rotta.
I popoli europei dovrebbero poter affrontare la crisi finanziaria e le sfide di un mercato globale sempre più competitivo non a scapito della loro sovranità ma, al contrario, riconquistando potere a livello nazionale, perché è solo così che si può pensare di continuare ad inseguire, insieme, il sogno di chi questa Europa l’ha fondata.
Perché l’Unione europea raccolga le istanze dei suoi cittadini, deve essere pronta ad affrontare un cambiamento radicale, anche modificando i Trattati che mai come in questo momento hanno rivelato delle lacune incolmabili, soprattutto in campo economico.
Ben venga il Nobel, dunque, ma solo se esso contribuirà ad una più ampia riflessione sui passi che l’Ue dovrà fare per mettere i popoli europei nella condizione di poter ancora scegliere il proprio futuro.
[…] petition is direct a message to the European Union to intervene and prove to deserve the recent Nobel prize for peace that it obtained. Also, Emergency is asking the EU to promote a peace process and ensure […]
[…] – Nonostante l’atmosfera natalizia e la consegna del Premio Nobel alle porte, in Europa c’è poco da […]
bel servizio da provare, complimenti per il blog 😉 Continuo a seguirvi, aspetto con ansia nuovi aggiornamenti!!